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SVIZZERADal dottore a raccontare le proprie preoccupazioni, e intanto lui fattura

30.04.24 - 21:01
La brutta sorpresa sulla fattura di una vedova 84enne, le cui confidenze si sono tradotte sulla bolletta in “supporto psicologico”
Depositphotos (alexraths)
Fonte Nau.ch
Dal dottore a raccontare le proprie preoccupazioni, e intanto lui fattura
La brutta sorpresa sulla fattura di una vedova 84enne, le cui confidenze si sono tradotte sulla bolletta in “supporto psicologico”

Durante l'appuntamento con il suo medico di famiglia non riesce a trattenersi e si confida, raccontando i suoi problemi e le sue preoccupazioni. Il dottore la ascolta e la rassicura, si salutano e lei va a casa.

Il sollievo provato durante quell'incontro sbiadirà istantaneamente al momento dell'arrivo della fattura, nella quale - fra le prestazioni - è presente anche la voce “sostegno psicologico”.

A raccontare a nau.ch la storia di una donna, 84enne e vedova, il figlio che non nasconde una grande delusione: «lei di certo non sapeva che parlare di cose private costi qualcosa... se davvero è così, sarebbe giusto avvertire i pazienti prima di farli pagare».

Quella dei pazienti, soprattutto anziani e soli, che vanno dal loro medico per parlare e sfogarsi delle proprie vicissitudini sarebbero molti più di quelli che si pensa.

A confermarlo, un medico di famiglia, che conferma come questo tipo di discussione secondo il tariffario della Tarmed può essere fatturato come "supporto emotivo", ogni cinque minuti.

Farlo però per delle semplici chiacchiere, secondo lui e anche secondo una seconda dottoressa interpellata, richiede un certo "pelo sullo stomaco": «È giustificato se si sta facendo effettivamente della psicoterapia, se con le proprie parole si compie un atto medico in presenza di una patologia mentale conclamata», spiega la dottoressa solettese Cornelia Meier che aggiunge «ascoltare le preoccupazioni dei nostri pazienti fa parte del nostro lavoro».

In alcuni casi, commenta il primo medico proprio queste confidenze possono essere utili per stilare una diagnosi. In caso di persone particolarmente sole «segnaliamo loro i servizi d'assistenza o i volontari», conferma invece la dottoressa.

Anche Pro Senectute è dello stesso parere, secondo la quale il comportamento del medico della signora è tutto fuorché encomiabile, soprattutto considerando il fatto che molti anziani si sentono soli e hanno bisogno di parlare.

Allo stesso tempo congedarsi bruscamente, perché è finito l'orario della visita, è da considerarsi molto poco umano.

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