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STABIOO accetti il taglio o sei licenziato: malumori alla Rapelli

07.05.24 - 08:50
Nel mirino soprattutto i più "anziani". L'OCST vuole incontrare la direzione. L'azienda intanto smentisce tutto: «Falsità. Stiamo bene».
Foto di Davide Giordano (archivio Tio/20Min)
O accetti il taglio o sei licenziato: malumori alla Rapelli
Nel mirino soprattutto i più "anziani". L'OCST vuole incontrare la direzione. L'azienda intanto smentisce tutto: «Falsità. Stiamo bene».

STABIO - Licenziamenti per mancato allineamento alle linee guida dell'azienda. Diminuzione della percentuale di lavoro o del salario, senza possibilità di replica. Ci sarebbero grossi malumori alla Rapelli di Stabio, storica azienda ticinese attiva nel ramo della salumeria con oltre 400 dipendenti. Interpellata da tio.ch, la direzione smentisce praticamente tutto. Ma il clima, stando a fonti interne, al momento non sarebbe dei più sereni.

La voce del sindacato – La situazione sarebbe deteriorata negli ultimi mesi. Con vari collaboratori posti di fronte a una situazione da dentro o fuori. In diversi avrebbero chiesto aiuto al sindacato OCST. Ed è proprio il sindacalista Nenad Jovanovic a confermarlo: «È vero. Ci hanno chiesto sostegno. Sono stati presi di mira soprattutto i lavoratori più "anziani", quelli che magari sono in azienda da diversi decenni. Stanno accadendo cose non belle. E noi ora abbiamo chiesto un incontro con la direzione e col reparto delle risorse umane».

«Prendere o lasciare» – Preoccupano anche le segnalazioni riguardanti gli orari di lavoro, la turnistica e la gestione delle ore. Jovanovic annota perplessità anche sull'applicazione della legge sul salario minimo cantonale. «Il clima all'interno dell'azienda lo potete immaginare – dice il sindacalista –. In passato non c'erano mai state circostanze così gravi. Ci sono persone in azienda da una vita che sono state messe alle strette: prendere o lasciare. O accettare un taglio della percentuale di lavoro o dello stipendio, o il licenziamento».

La replica dell'azienda – «Abbiamo preso nota delle lettere ricevute dal sindacato OSCT – fa sapere la direzione della Rapelli –. Siamo dispiaciuti e sorpresi dalle accuse formulate. I punti citati sono falsi e per questo li respingiamo categoricamente. Rapelli offre a tutti i dipendenti la possibilità di rivolgersi a un'organizzazione esterna e indipendente, in forma anonima, in caso di insoddisfazione. Da quando questo strumento è stato introdotto, oltre 3 anni fa, non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione. La Rapelli SA sottostà al Contratto Collettivo di lavoro del settore carne con obbligatorietà generale. Il nostro Partner Sociale è l'Associazione Svizzera del personale della macelleria».

«Aumentati i dipendenti» – I vertici dell'azienda precisano altri aspetti: «Il salario lordo minimo a ore presso Rapelli nel 2024 per i non qualificati ammonta a 21,46 franchi paragonabile al salario minimo cantonale del settore alimentare di 21,12 franchi. Nel corso del 2023 è stata effettuata un'analisi a livello federale della parità salariale tra i sessi. E Rapelli sta facendo molto bene. In casi isolati, abbiamo dovuto procedere a licenziamenti, che sono stati senza eccezione giustificati e spiegati in modo trasparente alle persone interessate. Grazie ai continui adeguamenti alle condizioni economiche difficili, siamo stati in grado di aumentare il numero di dipendenti di oltre il 15% dal 2020».

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